La Morte nera e il suo doppio

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E’ lei, la Morte Nera, nome originale Death – Star, la terribile arma di distruzione totale in mano all’Impero (cattivo) nella saga di Star Wars, che vede nelle sale cinematografiche in questi giorni di festa l’ultimo bell’episodio, Rogue One, decisamente più godibile del precedente, che tanto aveva deluso gli appasionati.

Con quella strana ed enorme palla piena di cannoni laser è possibile disintegrare un’intero pianeta e, a sua volta, è praticamente inattaccabile, anche se sappiamo già che nel primo episodio …

Ne parliamo per gli appassionati della serie ma anche per far notare una stupefacente somiglianza con Mimas, il grande satellite naturale di Saturno. Con un diametro di quasi 400 chilometri questo satellite roccioso mostra un cratere da impatto incredibilmente esteso, 140 chilometri, un terzo circa del satellite stesso. Come se sulla Terra ci fosse un cratere grande come un continente insomma, America del nord o Africa come preferite.

Particolare interessante è che la densità media di questo corpo celeste, 1.17, sembra indicare che è costituito da una specie di impasto di roccia, polvere e ghiaccio. E allora, come ha fatto a sopravvivere a questo notevolissimo impatto? Non lo sappiamo.
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E infine rispondiamo all’interrogativo che senz’altro è balenato al lettore di questo post: gli sceneggiatori non hanno “copiato” l’idea della forma della Morte Nera dalla natura, in particolare da Mimas. Infatti il primo film è del 1977 mentre le prime immagini di Mimas sono del 1980.