Ci siamo, domani, 19 Ottobre, Schiaparelli entrerà nell’atmosfera marziana alle 16:42 e dopo 6 minuti, alle 16:48, toccherà il suolo del Pianeta Rosso, meta agognata della missione. Sugli aspetti della discesa, che inizierà a 120 chilometri di altezza dal suolo ad una velocità di 21.000 km/ora e terminerà con velocità praticamente nulla, 4 km/ora, abbiamo già diffusamente parlato domenica scorsa qui.
Il disegno qui sopra ci ricorda le fasi principali dell’arrivo, ma ci fa anche vedere, in uno spaccato, lo strumento, o meglio la serie di strumenti, della piattaforma Dreams che misureranno temperatura, umidità, venti e caratteristiche anche elettriche dell’atmosfera e sabbia marziana, dati indispensabili per la seconda parte della missione Exomars che, nel 2021, porterà su Marte il rover più sofisticato mai pensato, un vero e proprio laboratorio di analisi chimico fisiche per studiare a fondo il pianeta e cercare di trovare una forma vivente o fossile di batterio, un segno di vita presente o passata insomma. Tutto italiano, oo quasi, Dreams, i cui responsabili sono Stefano Debei del Cisas dell’Università di Padova e Francesca Esposito, Inaf di Napoli Capodimonte.
Il tutto è legato però alla durata della carica della batteria di bordo. Purtroppo quuella a tecnologia nucleare, di costruzione russa e che sembrava potesse essere montata in un primo tempo, non è arrivata e quella a tecnologia convenzionale potrà durare invece che mesi solo ore. Saremo quindi su Marte a studiarlo, ma solo per un giorno o due. Anche per risparmiare la carica della batteria, a questo punto la risorsa più preziosa, Schiaparelli è stato messo a dormire in queste ultime ore e verrà risvegliato, diciamo così, solo domani.
Ricordiamo però che la missione principale di Exomars è collaudare la tecnologia di discesa, in particolare paracadute, hardware e software di controllo di assetto. Possiamo augurarci comunque, come recita una famosa pubblicità, che questa batteria ci dia soddisfazioni e “duri di più”.