Che succede se un satellite che doveva partire al giorno X con il razzo Y non può andare in orbita a causa di un problema nel sistema che lo doveva portare in orbita ? Eh beh, sono guai! O perlomeno lo erano fino a oggi.
Grazie alla tecnologia, alla capacità ed esperienza accumulata da D-Orbit, società italiana di logistica spaziale leader del mercato, è stato possibile trasbordare, letteralmente, il satellite ZLUSat-2, un CubeSat 3U del Czech Aerospace Research Centre, dal veicolo di trasferimento orbitale americano previsto, che aveva dimostrato problemi gravi al sistema di propulsione, a ION di D-Orbit. In pratica questi sistemi, usati massicciamente da un paio di anni, sono dei distributori di satelliti che rilasciano, nel caso dell’italiano ION, i singoli satelliti nelle orbite previste. In pratica possiamo pensare a un autobus che rilascia i vari passeggeri, nelle varie fermate che essi richiedono.
Il caso ha voluto che il team di D-Orbit stesse lavorando a Cape Canaveral, dove è successo il guaio al satellite cecoslovacco, e fosse lì proprio per assemblare sul proprio ION un certo numero di satelliti, che partiranno a giorni con un Falcon 9 di Space X. Accettando la sfida di fare l’integrazione all’ultimo minuto il team si è preso una responsabilità, e probabilmente un rischio, ma ha dimostrato anche il grado di preparazione e efficienza della ditta italiana.
Insomma, la Space Economy non è fatta solo di Marte, turisti spaziali e simili, ma anche di 5000 satelliti che ci aiutano in ogni momento della nostra vita. E in Italia sappiamo costruirli e metterli in orbita al momento e nel punto giusto.