1969, primo passo sulla Luna ? Macché ! Leggi qui

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Molto prima che gli americani arrivassero sulla Luna, nella fatidica notte del 20 luglio 1969, l’uomo, ma come vedremo anche la donna, l’hanno visitata con ogni mezzo e in ogni epoca. Molti hanno addirittura toccato il suolo lunare e scritto rapporti dettagliati. Certo, hanno usato mezzi molto più potenti di un semplice razzo, come era l’assai gagliardo Saturno V voluto dal Presidente Usa J.F. Kennedy e realizzato dagli ingegneri Nasa, al comando di Werner Von Braun: usarono infatti la fantasia e l’immaginazione, la letteratura e il cinema.

I nostri viaggiatori stellari di carta e celluloide hanno usato scale, navi a vela attaccate a palloni, trombe d’aria marine e addirittura il carro del biblico profeta Elia, guidato da San Giovanni Battista per raggiungere il nostro affascinante satellite e parecchi di loro hanno familiarizzato con gli immancabili abitanti della Luna, che sono di tanti tipi diversi a seconda del racconto e del secolo in cui è stato scritto. Molti altri hanno dovuto scappare a gambe levate perché gli abitanti del nostro unico satellite sono spesso, aimè, lunatici.

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Il fatto è che la Luna, da sempre, impegna la fantasia umana, basta pensare alle centinaia di nomi, tutti affascinanti, le che sono stati dati nei secoli e nelle varie culture, da Selene a Chan, da Naomi a Febe. A volte femminili, come per noi, ma spesso maschili, come per i tedeschi del nord, testimoniano tutti l’importanza e il glamour che il nostro satellite naturale ha sempre avuto, e che anche oggi conserva, a dispetto di chi pensava nel 1969 che esserci andati con degli astronauti avesse definitivamente tolto la magia di questo astro.

Tralasciando la mitologia e la Bibbia, che vedono spesso protagonista la Luna, dalla creazione fino alla fine del mondo quando, impassibile, assieme al Sole vede l’apertura dei sigilli e la caduta delle stelle da cielo nella affascinante e misteriosa Apocalisse di Giovanni. Il primo che si inventa un viaggio sulla Luna è lo scrittore e filosofo ellenistico Luciano di Samosata che, nel suo divertente “La Storia Vera”, descrisse un viaggio alla Luna. Siamo circa nel 200 dopo Cristo, il romanzo è parodistico e, a differenza di quello che succede oggi con le fake news, Luciano avverte subito il lettore che l’unica cosa vera di tutto il romanzo è che non c’è nulla di vero!  Il protagonista, con alcuni amici, fa provvista di cibo, acqua e tutto quel che serve e parte con una nave per andare alla scoperta di quello che c’è oltre le Colonne d’Ercole, l’attuale Gibilterra, che rappresentava allora il limite del mondo conosciuto.

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Incontra mostri marini di tutti i tipi, ma continua imperterrito, finché una gran tempesta, che dura giorni e giorni li porterà, entro un gran turbine, esattamente sulla Luna, immaginata allora come una grande isola. Ovviamente la fantasia dello scrittore la vede abitata e subito i nostri avventurosi fanno amicizia con il Re lunare, molto impegnato in una guerra contro gli abitanti del Sole, che impediscono ai lunari di stabilire una colonia sul pianeta Venere, conteso fra i due eserciti.

Le avventure sono tante e il romanzo è pensato come il modello, quasi l’archetipo, di tutti i racconti di fantascienza, o anche solo fantasia, che verranno dopo. Il grande viaggio l’eroico Astolfo invece, nella Gerusalemme Liberata, lo fa con il carro del Profeta Elia, tirato da quattro ippogrifi, avendo come compagno niente meno che San Giovanni Battista: andrà nell’altra faccia della luna a prendere l’ampolla dove è stato rinchiuso il senno, la ragione, di Orlando che l’ha perso. Domingo Gonzales, l’eroe di Godwin, 1638, sulla Luna ci va invece per sfuggire alla giustizia inglese che vuole che lui paghi i debiti, anche allora il problema esisteva. Lui scopre un mezzo banale per andarci: lega una ventina di grandi oche dell’isola di Sant’Elena, dove era nascosto, che lo portano fin lassù, ma non si troverà poi troppo bene.

La lista è inesauribile, dal grande astronomo Keplero che ci va in sogno, nel suo Somnium, 1634, in cui per primo si inventa di vedere la Terra dalla Luna, dando quindi ragione a Galileo Galilei nel frattempo processato dall’Inquisizione, al Barone di Munchausen, con le sue grandi avventure, che alla Luna ci arriva arrampicandosi su un fagiolo turco, pianta evidentemente molto rampicante.

La prima grande bufala lunare è del 1835 e la mette in piedi un giornale di New York, il NY Sun, peraltro anche abbastanza stimato. Si inventano che un famoso astronomo dell’epoca, Sir J. Herschel, dal Sudafrica, grazie a un nuovo potente telescopio, e fin qui tutto vero, aveva visto gli abitanti della Luna, e qui proprio non ci siamo. Descritti perfettamente con ali, capaci di volare, case e altro, tengono banco per 6 articoli, beffando astronomi e lettori.

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Tanta eco ebbe la cosa che Pulcinella, sempre pronto a fare affari, andrà anche lui sulla Luna per verificare quel che diceva il giornale. Il mezzo sarà una nave però montata su una cremagliera come quella di Mergellina, però lunga 400.000 chilometri.

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La prima donna sulla Luna la invia invece Ernesto Capocci, astronomo napoletano, con un suo racconto, 1857, che probabilmente ispirò sia Verne che Fritz Lang, nientemeno, con uno dei suoi film più belli “Una donna sulla Luna”, Frau mi Mond”, 1930.

Per il cinema vige la stessa legge che per la letteratura: nessuno mai riuscirà a elencare tutti i titoli, che riguardano film di fantascienza sulla Luna, che effettivamente sono concentrati negli anni ’50 e ‘60 e culminano proprio nel 1968, poco prima dello sbarco sul nostro satellite, con l’immortale 2001, Odissea nello Spazio.

Chiudiamo quindi questa breve e molto parziale, ma appassionata, carrellata ricordando il primo, e forse il più bello, dei film lunari “Voyage dans la Lune”, 1902, di Georges Meliès. Imbattibile nella sua cristallina ingenuità nel creare un mondo incantato.

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