Finalmente risolto il vecchio problema di come si spezzano gli spaghetti crudi, che ha tenuto sulla corda fisici e matematici per qualche decennio. Due giovani matematici del prestigioso MIT di Boston, l’Istituto di tecnologia che è in vetta a tutte le classifiche mondiali possibili per la ricerca assieme ai cugini e vicini di casa di Harvard hanno svelato l’enigma: bisogna ruotarli con una buona torsione e poi fletterli, e allora si spezzano in due sole parti. Normalmente, facile far la provasse si ha in casa una scatola di spaghetti, se si flettono prima si vede che si spezzano verso il centro, ma poi si producono altri pezzi, piccoli segmenti di ottima pasta.
Diciamo subito che non è una ricerca di quelle ferragostane, che partecipano poi al Nobel delle ricerche ignobili, IgNobel, ma è qualcosa che sarà molto utile in vari campi della scienza dei materiali, specie quelli più nuovi come i cavi multifibra, i nanotubi e anche i microtubi delle cellule.
Come spesso succede i matematici giocano, quasi, fra realtà e formule e poi ne viene fuori qualcosa di importante in campi applicativi utilissimi.
Ma vediamo che cosa hanno fatto, sintetizzando la pubblicazione apparsa in una delle principali riviste di matematica applicata. Chiunque abbia in casa un pacchetto di spaghetti può fare la prova da cui si parte: estrae uno spaghetto dalla scatola e lo piega, tenendolo alle estremità da ambo le parti. Invariabilmente si spacca in più pezzi, provare per credere. A questo problema, ovvero se e come sia possibile spaccarlo in due sole metà, si sono cimentati anche premi Nobel come il fisico Feyman che passò lui stesso un intero pomeriggio e serata a spaccare spaghetti nella sua cucina per costruirci sopra una teoria, che però non arrivò mai. Ora i giovani ricercatori dello MIT hanno costruito un modello matematico, partendo da prove su spaghetti italiani, per la precisione Barilla numero 5 e numero 7, e mettendo insieme la sperimentazione ovverosia spaccando spaghetti per capire come fare e il modello matematico sempre più perfezionato hanno scoperto che per romperli in due sole parti occorre calibrare bene non solo la flessione, ma anche la torsione. In pratico occorre prendere uno spaghetto con le dita da entrambi i lati, applicare una torsione, ovvero ruotare le due estremità in verso contrapposto, di 270 gradi, e poi flettere lo spaghetto stesso. Il miracolo si avvera.
Si studiano ora applicazioni di questo modello matematico che, come abbiamo detto sopra, possono essere senz’altro molto utili e aprire nuove strade al mondo della micro o nano struttura.
Attraverso il sito della prestigiosa università istituto di ricerca del Massachusetts si avverte però che tutto questo studio sullo stress e la torsione di materiali solidi vale solo per cilindri, comunque lunghi, come per esempio gli spaghetti di ogni marca e tipo, per le linguine, avvertono i ricercatori che evidentemente apprezzano uno dei nostri migliori piatti nazionali, il discorso potrebbe essere completamente diverso L’importante pare comunque resti cuocerli al dente.