Un Proton M, razzo vettore russo, ha di nuovo fallito oggi in modo clamoroso. Doveva portare in orbita un satellite Messicano, MexSat-1 , ma dopo pochi minuti, per cause sconosciute, il vettore con il suo carico non ha più risposto e sono usciti dal controllo, ricadendo in modo disastroso nel Kazakistan. La Roscomos, agenzia spaziale russa, sta subendo una serie di disavventure, diciamo così, decisamente imbarazzante per quella che è, di fatto, l’erede della astronautica sovietica, che portò il primo uomo nello spazio più di 50 anni fa. Nessun dramma, se non per il povero satellite messicano, ma la preoccupazione cresce, anche dopo che il ritorno degli astronauti dalla ISS, la stazione spaziale internazionale, fra cui Samantha Cristoforetti, è stato ritardato almeno fino all’ 11 giugno, ma la data potrebbe ulteriormente slittare, per un altro fallimento russo nel rifornimento della ISS.
I lanci dei Proton M ora sono stati sospesi finchè non si capirà la ragione dell’ennesimo fallimento russo. Oltretutto c’è un problema di mancato guadagno dato che il Proton, che peraltro è stato ereditato dall’epoca dell’Unione sovietica, porta parecchi contratti commerciali di lancio satelliti industriali. Proton è un razzo che viene addirittura dalla balistica militare, è stato sviluppato infatti negli anni ’60 per portare atomiche fino negli Stati Uniti, al tempo della guerra fredda fra i due blocchi in cui era diviso il mondo.
Il primo, immediato, problema è per Inmarsat, il sistema di telecomunicazioni globali inglese, che dipende per i lanci dei satelliti proprio dai Proton. Dovrà ritardare. di vari mesi il prossimo lancio. Un bel problema per i russi che rischiano di veder stracciare contratti milionari con tutti quei privati che sono in lista per nuovi lanci. Non siamo più negli anni ’60 e sono molti oggi i Paesi in grado di portare in orbita satelliti di medio impegno: Cina, India, Europa, privati Usa .