Fuochi d’artificio nell’Universo (grazie agli italiani)

Visti dai satelliti europei Planck prima e poi, con maggior dettaglio da Herschel, dei proto ammassi di galassie, distanti da noi 10 miliardi di anni, praticamente fuochi di artificio che sono letteralmente “scoppiati” formando quelle che sono le prime formazioni di migliaia e migliaia di stelle. “Il risultato che abbiamo raggiunto analizzando i dati di Planck ed Herschel è veramente importante per la cosmologia e ci fa particolarmente piacere perchè conferma un’idea che il nostro gruppo aveva elaborato 10 anni fa”, parla così Mattia Negrello, attualmente ricercatore a tempo determinato all’Osservatorio Astronomico di Padova – Inaf.

mattia_negrello

Ma è modesto, lui infatti lo aveva detto  10 anni fa che li avrebbero forse trovati, durante il suo lavoro di tesi di dottorato alla SISSA, l’Istituto di Studi Superiori di Trieste. Aveva anche pubblicato un lavoro su una prestigiosissima rivista internazionale del campo, MNRAS, le notizie mensili della Società astronomica Reale di Inghilterra, ma nessuno gli aveva creduto.

“E’ andata proprio così – ci dice Gianfranco De Zotti, cosmologo della Sissa molto noto a livello internazionale che da oltre 20 anni, praticamente dal suo concepimento, lavora alla parte scienza del  satellite Planck – in campo internazionale non c’è stato un buon accoglimento per i modelli che prevedevano quanto ora abbiamo con soddisfazione e un po’ di stupore rivelato”.

PlanckHerschelHighzESAtest_08k

Nell’immagine sopra vediamo come appare l’Universo mettendo insieme il satellite Planck, che guarda le microonde  provenienti dal Big Bang, ed Herschel, che osserva le strutture infrarosse, le più fredde e polverose. A fianco vediamo alcune di questi proto ammassi di molte galassie, quasi fossero contenute in una specie di sacco cosmico invisibile, come le hanno viste, e previste, gli scienziati padovani  Non pensavano si potesse fare, pur essendo sicuri che ci fossero, troppo al di là delle capacità di Planck. Invece, grazie al fatto che si sono in pratica “accese” valanghe di stelle contemporaneamente in queste strutture, proprio come improvvisi e inaspettati fuochi d’artificio,si è arrivati a un livello di segnale sufficente perchè il satellite europeo Planck le potesse vedere e segnalare all’altro compagno, Herschel, più adatto per studiarle. Insomma una splendida coppia europea che ha lasciato moltissimi  dati ancora da studiare. Come ci dice Negrello il risultato è importante perchè questi antenati degli attuali ammassi di galassie, ognuna, galassia, con i suoi miliardi oni di stelle, finora erano degli sconosciuti. “Ora il metodo è dimostrato, e anche la bontà delle ipotesi sviluppate qui in Italia ancora 10 anni fa,  altri strumenti ancora operativi potranno continuare questo importante lavoro”. Infatti Negrello pensa di spuntarla ad esempio con lo stupefacente Alma, l’insieme di telescopi parabola per le onde millimetriche che sta a 5000 metri sulle Ande, uno strumento Europa, Usa, Giappone, Cile appena inaugurato e che darà senz’altro risultati importantissimi in questo campo. La contesa è forte per usarlo, ma in fondo lo era anche quella per vincere l’appalto della costruzione dei radiotelescopi, e gli italiani l’hanno vinta.

 A