Scelto finalmente dagli esperti di Esa il sito migliore sulla cometa C67P per far arrivare (atterrare, accometare decidete voi) il piccolo lander Philae che la morderà, letteralmente, per non farsi sbalzare fuori.
Il piccolo mezzo spaziale, infatti pesa 100 chili al decollo ma lì, a bassissima, quasi nulla, gravità il suo problema principale sarà quello di non rimbalzare, letteralmente, sulla cometa. Per questo avrà sui 3 piedi con cui si appoggia al suolo dei piccoli pioli che penetreranno il suolo cometario e anche delle vere e proprie ancore che verranno sparate dal corpo del lander. Dal momento in cui verrà rilasciato dalla sonda madre, Rosetta, il lander avrà 7 ore per arrivare al suolo della cometa e iniziare il suo lavoro di studio.
Ora la cometa C67P ha una forma assai strana, una specie di corpo doppi fatto a manubrio, dimensioni di qualche chilometro , 4 x 5 giusto per fissare le idee, un peso notevolissimo apparentemente, circa 100 miliardi di tonnellate, che corrisponde però a una densità di meno della metà di quella dell’acqua: 400 chili al metro cubo.
La scelta non è stata per niente facile. Sono stati selezionati per primi 5 siti dove sembrava meno pericoloso, relativamente, far arrivare il piccolo mezzo, delle dimensioni di una mezza lavatrice. E’ stato selezionato, appunto quello contrassegnato con la lettera J. Saltando gli altri 4 punti preselezionati facciamolo vedere per far capire che l’impresa è parecchio complessa.
Come ha detto giustamente Roberto Battiston, presidente di ASI, la nostra agenzia spaziale che partecipa con molti strumenti alla miliardaria missione di Rosetta, “Quella di Philae è un’impresa mai tentata prima. È rischiosa, ma sarà un punto di svolta nelle attività di esplorazione dell’universo che resterà come passo fondamentale che non dimenticheremo, per il quale abbiamo la soddisfazione di sottolineare il grande contributo messo in campo dall’Italia attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana”.
Ben 10 gli strumenti che il piccolo lander portato “in groppa” (piggiback) fino a lì da Rosetta potrà sfoderare per studiare la cometa, la sua composizione e le caratteristiche chimico fisiche. In particolare il trapano che arriverà fino a 20 centimetri dalla superficie è di ideazione e costruzione italiana. Potrà estrarre di campioni di 2.5 centimetri di diametro da passare poi a un analizzatore all’interno
Per chi vuole iniziare a pensarci Esa ha annunciato con un tweet che aprirà una gara per trovare il miglior nome per il sito “J”