Il 9 giugno, Chang'e-2, la "dea della Luna", secondo orbiter lunare della Cina ha lasciato il nostro satellite attorno al quale era da mesi e se ne è andato ad esplorare il Sistema solare. Secondo la China's State Administration of Science, Technology and Industry for National Defence (SASTIND), questo è un passo fondamentale per questo satellite, ed anche per l'Agenzia che non lo ha mai provato come modello di operazioni.
Ed in effetti, come ha detto ha detto Zhan Jianliang, vice ingegnere capo del provvedimento Chang'e-2 e sistema di controllo della Aerospaziale di Pechino Control Center (BACC ) "E 'la prima volta al mondo per un satellite possono essere attribuiti dalla Luna in remoto spazio esterno".
La CIna sta facendo passi da gigante nelle tecnologie spaziali. Il controllo di una missione alla distanza della Luna, diciamo 400.000 km, è già abbastanza impegnativo, ma riuscire a manovrare una una navicella saziale a milioni di chilometri rappresenta un salto un avanti notevole per le difficoltà collegate di misura, controllo, gestione delle telecomunicazioni e infine anche calcolo dell'orbita.
Prima di andarse nello spazio profondo Chang'e-2 era sceso in orbita a soli 15 km dalla superficie per prendere immagini ad alta risoluzione dell' Iridum Sinus – il sito proposto per le future missioni lunari cinesi.